lunedì 25 agosto 2008

NEW YORK - Questa volta Steve Jobs ha commesso un errore e molti dei suoi fan ora si sentono traditi. Il guru della Apple, infatti, ha tenuto nascosto ai consumatori che l'azienda di Cupertino può controllare a distanza gli iPhone e rimuovere, quando lo desidera, applicazioni e software non graditi installati sui telefonini che produce. Le indiscrezioni, che circolavano da giorni , sono state confermate dallo stesso amministratore delegato di Apple, Steve Jobs, al Wall Street Journal. Tempo fa un utente aveva scoperto per caso che l’iPhone contiene un codice che collega il telefono ad un sito Internet controllato da Apple e vi esegue controlli di routine. Con questo sistema l'azienda è in grado di rimuove quando vuole il software indesiderato dagli apparecchi

JOBS: «SPERIAMO DI NON DOVER MAI TIRARE LA LEVA» - L'ad del colosso di Cupertino ha sottolineato che il meccanismo non è fatto per essere usato come routine ma solo come sistema di emergenza a cui Apple potrebbe far ricorso nel caso in cui fosse «inavvertitamente distribuito attraverso l'Apple Store un programma dannoso, per esempio che sottrae dati personali degli utenti». «Speriamo di non dover mai tirare quella leva - ha detto Jobs - ma sarebbe irresponsabile non avere una leva come quella». Una spiegazione che lascia perplessi. In molti si sono chiesti se Apple non violi in questo modo la privacy dei suoi clienti. Inoltre non è piaciuto il fatto che Jobs abbia nascosto ai consumatori il meccanismo installato nei telefonini multimediali, di cui gli utenti non erano a conoscenza al momento dell'acquisto. La mancanza di trasparenza dell'azienda è stata mal digerita anche alla luce degli ultimi dati economici. Le applicazioni per l'iPhone scaricate da App Store sono state finora più di 60 milioni e generano entrate per un milione di dollari al giorno.

CONSUMATORI SUL PIEDE DI GUERRA - Immediate le reazioni negative alle dichiarazioni di Jobs. «L'ammissione fatta dalla Apple di controllare a distanza gli iPhone è gravissima, e l'Adoc intende investire del problema anche la polizia postale», sottolinea in una nota l'associazione di consumatori. «Il problema del controllo remoto dei computer era gia stato posto anni fa dopo lo scandalo 'Echelon' -continua l'Adoc-. Ora si apre un problema ancora più grave, in quanto l'iPhone è uno strumento che contiene dati sensibili (password, dati anagrafici, foto, diari, investimenti in borsa, telefoni, e-mail, ecc.) di milioni di possessori». Per Carlo Pileri, presidente dell'Adoc è «necessario che le autorità italiane facciano chiarezza, altrimenti chiederemo il sequestro di tutti gli apparecchi non ancora venduti e la sostituzione di quelli già venduti affinchè venga disattivato il sistema di controllo della Apple». Adoc ricorda tra l'altro che «il telefonino della Apple in Italia è stato messo in commercio dall'11 luglio ad un prezzo tre volte superiore rispetto agli Stati Uniti».

fonte:

http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/08_agosto_12/Apple_controlla_iPhone_Steve_Jobs_ab2efefa-68a3-11dd-859b-00144f02aabc.shtml

Nessun commento: